I NOSTALGICI

 

Siamo i nostalgici del calcio di una volta, un calcio che a livello di club era profondamente diverso. Contava la capacità di selezionare i giovani, l'importanza dei vivai, tutto ciò era possibile grazie a delle regole giuste sugli stranieri; in un ventennio l'Europa è stata capace di demolire la competizione o meglio restringerla a poche squadre al mondo, tutte europee. Con queste regole sono sparite squadre mitiche come l'Ajax, la Steaua, la Stella Rossa di Belgrado capaci di dominare l'Europa e, nel caso degli Olandesi e dei Serbi, il mondo. Inutile aggiungere che l'Europa ha fatto si che l'altro continente calcisticamente più avanzato ma povero di denari diventasse un suo serbatoio di campioni; il Sud America è ogni anno depredato dei suoi migliori talenti che partono alla volta dell'Europa (e ultimamente dell'Asia, dove comunque il livello tecnico è ancora basso) già giovani o giovanissimi. 

 

Sono riemersi i club spagnoli che, dopo i primi anni Cinquanta (dove per anni qualsiasi straniero, anche chi non aveva avi spagnoli, prendeva la cittadinanza in 3 anni, vedi l'ungherese Puskas o lo stesso Di Stefano che aveva origini italo-francesi), per lungo periodo non riuscivano a vincere in alcun modo e basti pensare al Real che è riapparso nel 1998 (con 8 stranieri in campo); di pari il Barcellona, addirittura negli anni Duemila; come mai...? Qualcuno aveva proposto alla FIFA il 6+5, (5 stranieri in rosa) ma la proposta è stata bocciata. Tutt' ora le squadre spagnole godono di una tassazione diversa dai club italiani e non.

 

Troppo comodo e facile vincere grazie al totale stravolgimento di antiche regole che premiavano i più capaci, GLI OSSERVATORI, I TECNICI DEI VIVAI, I MOVIMENTI CALCISTICI NAZIONALI, oggi queste cose in maiuscolo contano molto poco causa regole meno sportive e più mercanteggianti.

 

Si dia uno sguardo agli albi d’oro e si raffrontino i tempi e gli anni per farsi un’idea di quanto la mercatura sia la forza primaria che restringe la detta Champions League, che non è più la vera Coppa dei Campioni, alle solite squadre vincenti a turno; esaltarle come oggi si fa: ci pare troppo esagerato, ma proprio ciò accade quando poco si conosce la storia, cioè il quando, il come e il perché degli eventi reali; il Sud America è ogni anno depredato dei migliori talenti che partono alla volta dell’Europa, dove mercanteggia senza limiti la forza bancaria in combutta con la potenza del mondo arabo; di qui comprendiamo anche la fine della vera Coppa intercontinentale (ora Mondiale per club) e quindi la ineluttabile decadenza e mai più vedremo quelle partite leggendarie fra il migliore Club sudamericano e il miglior Club europeo quando ora l’uno ora l’altro prevaleva, mentre oggi la vittoria appare scontata ad appannaggio di poche squadre europee che, a turno e per ovvie ragioni mercantili, facilmente si aggiudicano a vicenda la detta “Champions League” (un trofeo tutto “altro” rispetto alla vera Coppa dei Campioni) e nella degenerazione medesima va ricondotta pure la misera fine della prestigiosa quanto bella Coppa delle Coppe laddove la Coppa Uefa, egualmente prestigiosa e difficile, viene ridotta a torneo minore di nome “Europa League” depauperante perciò la Supercoppa europea (ancora tale di nome, ma non di fatto).

 

In questo sito vi raccontiamo episodi e aneddoti che hanno fatto e cambiato la storia del calcio, alcuni sono tristi ma meritano di essere conosciuti, per non dimenticare...

 

La Redazione